Con il varo di un corposo Codice della partecipazione si indica chiaramente la strada per superare quel clima conflittuale e di profonda diffidenza che, da sempre, condiziona il dibattito politico e il confronto sindacale italiano sui complessi temi del lavoro.
Perché la chiave di volta della auspicata “riforma” del nostro sistema di relazioni industriali non sta in una legge, ma nella capacità degli attori sociali e del Governo di interpretate con animo aperto e occhi nuovi il mutamento economico e sociale in atto, individuando soluzioni utili per il perseguimento del bene comune e superare, così, egoismi e logiche di parte di breve respiro…… È certamente fuori discussione, come indica l’esperienza internazionale e comparata, che una legge di sostegno possa agevolare, anche attraverso la concessione di adeguati incentivi fiscali, la diffusione e il radicamento di modelli partecipativi. È altrettanto vero, tuttavia, che la collaborazione tra lavoratori e imprese non si impone per legge o paga in denaro, ma richiede, semmai, un rinnovato clima di fiducia: un sistema di relazioni industriali trasparente, aperto al dialogo e proteso alla ricerca del bene comune.
Prof. Michele Tiraboschi leggere articolo pubblicato su Avvenire, 7 luglio 2010
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