Nuove opportunità da UCC |
Venerdì 29 Aprile 2011 09:14 | |||
Su un gruppo di discussione di LinkedIn ho posto la domanda: “Il mondo dei servizi di Unified Communication e Collaboration (anche in cloud) offre nuove opportunità? “
Nel seguito si riporta il contributo postato da Carlo Rossi
La mia risposta preferita é: dipende! Da cosa dipende? Da come e perché le soluzioni di Unified Communication (UC) vengono acquistate e soprattutto vendute. L'evoluzione tecnologica ha un passo a cui è difficile stare dietro ed in alcuni paesi, tra cui (ahimé) il nostro, la velocità dell'evoluzione tecnologica non è nemmeno paragonabile alla lentezza con cui si evolvono le nostre aziende, le nostre amministrazioni pubbliche e il nostro management. Come primo effetto si hanno delle evoluzioni tecnologiche, come nel caso delle UC, che sono perfettamente spalmabili su qualunque azienda, ma producono benefici di enorme livello solo se utilizzate nel'ambito di nuovi modelli organizzativi, ossia da Aziende 2.0 per utilizzare l'accezione di un termine che va di moda. Capiamoci. Tecnologicamente le UC hanno un potenziale enorme, ed i vantaggi che se ne potrebbero ricavare sono assolutamente di rilievo, soprattutto in termini economici ed ecologici, ma la maggior parte di questi vantaggi si ottiene se lo strumento UC viene utilizzato per supportare un processo studiato ed ottimizzato in funzione della presenza delle UC e non se spalmiamo lo strumento UC su un processo, o insieme di processi, vecchio stile, magari nato prima dell'avvento della telefonia cellulare. Un esempio su tutti, dotare una azienda di un sistema di Messaging interno senza agevolare la mobilità dei dipendenti, rende minimo l'impatto del nuovo sistema, e spesso diventa solo un costo. Di esempi così ce ne sarebbero tanti, e credo che ognuno di noi ne possa immaginare altri. Di fatto se vendiamo uno strumento 2.0 ad una azienda che lo utilizzerà per supportare un suo processo 1.0 avremo gravato l'azienda di un costo maggiore (le tecnologie buone spesso costano care) senza che da questo si ricavi il risparmio o il maggior ricavo che si otterrebbero se il processo fosse ristrutturato e diventasse 2.0. La tecnologia è solo uno strumento, non implica l'evoluzione del processo che la utilizza. La maggior parte delle nostre aziende purtroppo è guidata da un management cresciuto con il mito del problem solving, e troppo spesso senza i necessari stimoli all'innovazione, concetto introdotto solo di recente anche nei programmi dei principali MBA. Questo fa sì che non ci sia la dovuta sensibilità per poter sperare in un tessuto aziendale disponibile a recepire velocemente le innovazioni tecnologiche, e quindi si rischia di disperdere il potenziale innovativo a disposizione. A questo va aggiunto che spesso i venditori non vogliono saperne di diventare consulenti del cliente, e pur di vendere fanno finta di non vedere che l'utilizzo che loro propongono delle UC non darebbe alcun vantaggio al cliente. Per chiudere, se si vuole ottenere il massimo da una nuova tecnologia, e quindi anche dalle UC, è fondamentale re ingegnerizzare i processi che la utilizzeranno per essere certi che ne possano sfruttare tutte le caratteristiche che la rendono vincente e innovativa, altrimenti avremo dato un nuovo strumento ad un artigiano che lavora in modalità vecchia. Come dire...." A fool with a tool is still a fool" . Carlo Rossi Da parte mia aggiungo due aspetti:
Infine rilevo che per UC&C manca ancora una chiara e riconosciuta identità professionale. Anche per tale motivo il Forum UCC ha promosso il “Premio Collaborazione e Comunicazione Unificata”. (M.M.)
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Ultimo aggiornamento Venerdì 29 Aprile 2011 10:26 |