La diffusione di una cultura dell’orientamento al risultato e la costruzione di un clima di fiducia nei confronti dei dipendenti sono condizioni indispensabili per l’attecchimento fattivo e sostenibile di qualsiasi forma di lavoro “smart”.
Lavoro coinvolgente Il concetto di lavoro sta cambiando non solo per quanto riguarda tempi e svolgimento della prestazione (lavoro agile), ma soprattutto per ciò che concerne le modalità di conferimento degli incarichi, in realtà dove le competenze sono distribuite lungo filiere a volte variegate. Sempre più spesso coloro che svolgono certe attività non identificano l’azienda che li impiega come il loro datore di lavoro. Quello che conta è l’ingaggio. Infatti, questi lavoratori vengono coinvolti da strutture in cui essi possono essere attivi, e spesso proattivi, esprimendo al meglio le loro capacità. Tutto dipende dall’ambiente che li ospita, ovvero quanto quest’ultimo sia in grado di passare dal modello gerarchico di comando e controllo al modello agile, ove l’organizzazione ed i responsabili creano un clima di fiducia, orientamento ai risultati, welfare e bilanciamento tra lavoro e vita privata. Più il lavoro è coinvolgente più è di valore.
Sfida che ci attende Ricerche sul campo confermano che la stragrande maggioranza dei dipendenti di una organizzazione partecipa al cambiamento promosso dalla loro azienda con atteggiamento passivo di accettazione e sono pochi coloro che mostrano spirito costruttivo verso tali iniziative. Ma, in tale contesto, quali effetti si prevede potrà produrre la digitalizzazione? "Possiamo affermare che la trasformazione digitale sia un fenomeno multiforme e per certi versi sfuggente, che pone alle organizzazioni sfide epocali; sfide che vengono percepite come significative anche da coloro che si mostrano esitanti rispetto alla trasformazione digitale. La trasformazione, o meglio “rivoluzione”, digitale è infatti un vero e proprio cambio di paradigma, un processo irreversibile, dal quale non sarà possibile in alcun modo tornare indietro, come furono il passaggio dalla cultura orale alla società della scrittura o l’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg che pose fine al medioevo. Cambiando le regole del gioco, dovranno cambiare in maniera rilevante anche le caratteristiche che i manager devono vantare. In perfetto stile darwiniano, non saranno i manager o le aziende più forti a sopravvivere, ma quelli che sapranno meglio adattarsi al cambiamento, ridisegnando processi, organizzazioni e attività nella maniera più idonea ad affrontare le nuove sfide di mercato" Pietro Valdes.
Leggere il testo completo: La leadership manageriale nell'era della trasformazione digitale (e oltre) di PIETRO VALDES Managing Director at Badenoch & Clark Italy. Pubblicato su HARVARD BUSINESS REVIEW GENNAIO/FEBBRAIO 2018
|