UCC, vero abilitatore di servizi |
Mercoledì 11 Novembre 2015 14:33 | |||
Sta cambiando il modo i cui si offrono servizi e si accede ai servizi. La collaboration abilita il nuovo digital workspace, inteso come un insieme di servizi, non più come uno spazio identificato da una postazione e un device. I diversi “oggetti” impiegati risultano sempre più unificati attraverso l’esperienza degli utilizzatori. Una recente presentazione di Dean Douglas, CEO di Unify, a Futurecom 2015 ci ricorda le tecnologie coinvolte nella evoluzione in atto: mobile (first, anywhere), cloud (da capex a opex, on demand, nuovi business) e social (consumer, integrazione UC e social media) e i numeri della popolazione mondiale: 7,2 bilioni le persone, di cui 3,6 bilioni usano dispositivi mobili, 3,1 bilioni hanno acceso a internet e 2,1 bilioni usano social media. All’interno di questa popolazione l’effetto dei giovani della generazione Millennium, nata a cavallo tra gli anni '70 e '80, sta facendosi sentire: essi oggi rappresentano circa la metà della forza lavoro. Inoltre, è interessante notare che il 71% non ama comunicare tramite e-mail, il 40% comunica tramite social e blog e il 75% preferisce usare propri device e proprie applicazioni. La tecnologia è vista come strumento che deve essere semplice e utile. Spesso i millennium lavorano in team (79%) e si distraggono facilmente durante i meeting virtuali in azienda; quindi, su questo versante, molto va fatto per coinvolgerli e interessarli. La flessibilità del lavoro viene considerata dai "giovani" come un aspetto positivo: il 36% è disposto anche a cambiare azienda pur di avere dalla nuova più flessibilità. Per garantire il successo del lavoro in team virtuali occorre, in breve: Sempre guardando all’interno delle organizzazioni, sarebbe opportuno che, nel rivedere l’approccio UCC, le aziende considerassero i dipendenti come veri e propri clienti dei servizi, per valorizzare gli asset e promuovere gli strumenti di lavoro. Dicevamo della fornitura di servizi, questo è il campo in cui l’IT aziendale viene sfidato a pensare in modo diverso alla identity degli utenti, dove collaboration e mobility cambiano i parametri in gioco, gli attributi di ciascun utilizzatore, non più identificati solamente da un numero di telefono, un account di posta o un numero di videocomunicazione. I nuovi stili di vita ed il lavoro flessibile comportano che sempre più persone lavorano in mobilità da remoto, e fanno parte attiva di team virtuali che possono agire anche su base internazionale. Gli strumenti del digital workplace - come smartphone, social collaboration cloud-based e applicazioni di condivisione di contenuti - consentono di essere in attività sempre e ovunque. Come si muovono le aziende su questi aspetti? Come considerano gli aspetti della sicurezza? Quale il loro concreto approccio al cloud? Su questi temi ritorneremo.
|
|||
Ultimo aggiornamento Giovedì 04 Febbraio 2016 18:17 |