Indice Ifiit. La misura della propensione agli investimenti in innovazione tecnologica. Numero di sintesi a maggio 2010: 66,90 Risale l’Indice Ifiit, che si sposta dai 65,40 punti della rilevazione di aprile.
A far crescere la fiducia sono soprattutto gli imprenditori delle filiere legate alla metalmeccanica, al tessile, all’elettronica e all’alimentare. Mantengono una propensione agli investimenti in innovazione superiore alla media dell’indice generale i seguenti settori: energia, credito, comunicazioni e trasporti. Stabile la propensione agli investimenti nel settore manifatturiero. La fiducia resta su posizioni elevate nella logistica e nel lusso. Perdura la stabilità nella percezione del digital divide. In Italia 3 imprenditori su 5 ritengono che nel corso dei prossimi mesi il gap tecnologico con altri sistemi-paese più avanzati non subirà sensibili variazioni E’ il Nord-Ovest l’area geografica del Paese dove si manifestano più consistenti le aspettative di investimento in innovazione. Anche l’Emilia- Romagna evidenzia segnali di vivacità. Stabili il Triveneto, il Lazio e la Puglia.
Made in Italy, of course I segnali della ripresa economica cominciano a consolidarsi, almeno su scala mondiale. Secondo diverse istituzioni (FMI, Wto e Banca Mondiale) il Pil del pianeta nel 2010 potrebbe crescere del 4,2%, trainato dalla domanda dei Paesi emergenti, degli Stati Uniti e di alcune altre aree motrici del commercio internazionale, tra cui il Messico. Il nostro Paese, però, coglierà solo in parte questo riacceso dinamismo, tanto che il Fondo Monetario Internazionale ha ritoccato le stime della crescita italiana, scesa allo 0,8% (dall’1,1% della precedente stima). Anche per Standard & Poor’s il tasso di sviluppo del nostro Paese resterà dimezzato rispetto all’incremento medio della zona euro. Indicazioni sottolineate anche da un rapporto della Banca d’Italia che considera possibile un “modesto ritorno alla crescita nel 2010”. In questo quadro stanno pensando ad investire in innovazione tecnologica solo e in prevalenza le aziende che puntano sulle esportazioni, sull’internazionalizzazione o sull’inserimento in filiere produttive orientate alle attività commerciali estese. Nel mese di aprile hanno confermato una ripresa degli ordini alcuni comparti, tra cui la metalmeccanica, il tessile e il legno-arredo, in sostanza alcuni tra i più importanti pilastri del made in Italy, che ritorna in primo piano. E dal quale potrebbe ripartire il volano dell’economia complessiva (indicazione peraltro suggerita e confortata dal report di Unicredit Group di aprile curato dall’economista Andrea Brasili).
(Documento di sintesi a cura di Paolo Gila, Supervisor Ifiit Research)
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