Intranet e cloud computing, riflessioni |
Giovedì 28 Novembre 2013 12:41 | |||
Che lavorare attraverso il cloud computing comporti enormi vantaggi di tempo e di soldi non saremo certo noi "addetti ai lavori" a smentirlo. Credo, anche, che gli spazi condivisi diventino molto più utili quando sono, in qualche modo, collegati alle attività lavorative che seguiamo nel quotidiano. Della serie: se mi è utile lo uso volentieri, se devo solo fare mostra di me ... "il patto" del social working si attenua molto, fino a scemare del tutto. Io sono mesi che ho proposto, all'interno della funzione in cui opero, un modo diverso di lavorare, ed anche di fare formazione (per il tele-lavoratori non ci saranno molte altre alternative, tra l'altro), basato su tale soluzione, e non vorrei dilungarmi, più di tanto, su quali siano i reali ostacoli che si frappongono, nel caso di specie, alla concreta attuazione di questo scenario. Diciamo che s'ibridano problemi fisici, reali, a problemi di carattere più culturale. Sappiamo bene che lavorare in un modo, piuttosto che in un altro, non è, quasi mai, un problema di tecnologie (anche se, alle volte, anche quelle possono costituire delle barriere: es. nel caso di hardware non adeguati), ma è più che altro un salto culturale di paradigma, che tutti noi dobbiamo impegnarci ad attuare. Da un punto di vista teorico, i tempi sarebbero maturi, e mi punge vaghezza sperare che le nuove intranet, che sempre più si accostano e si combinano a soluzioni di social working, possano costituire un reale fattore abilitante verso questa direzione. Ma, a mio avviso, però, c'è anche molto ancora da lavorare sul management. Spesso la gente ti guarda perplesso quando parli di certe dinamiche, magari fino a quando qualcuno, imponendocele, non le farà, finalmente, apparire per quello che sono. Per ritornare al tema che mi sta molto a cuore, le intranet devono avvicinarsi, sempre più, ai reali bisogni lavorativi delle persone. I blog sono, pertanto, una visione, per me, ormai un po' arcaica della questione, detto tra noi. Sono stati importanti, intendiamoci, per fare comprendere (almeno ad una parte più aperta della popolazione), i vantaggi della condivisione su internet delle proprie idee, ma sono ormai uno strumento non so quanto più al passo con i tempi, nell'era dei social network, e delle evoluzioni dei paradigmi del lavoro collaborativo, che le tecnologie, ed i nuovi device, rendono oggi possibile attuare. Il cloud computing, però, è ben altro! C'è già, in Italia, chi forma la propria forza vendita, tramite eventi hangout di Google, collegando, con una sola invitation, 44 sedi, senza fare spostare un solo venditore. O chi fa, praticamente le stesse cose, con l'applicazione WebEx di Cisco. Per non parlare di Apple, che ha appena rilasciato le nuove versioni delle apps di iWork: Keynote, Numbers e Pages, in parte stravolgendone le funzionalità, e sicuramente semplificandone magari anche troppo le interfacce (ho letto i commenti di molti utenti di Keyote al riguardo, su Apple Store), per ora, ma con l'obiettivo di rendere tutto collegato e modificabile tramite cloud, anche dai device mobili. Google con le sue "Google Apps for Business", si muove nella stessa direzione, e con un unica licenza, ti apre un intero universo di nuove possibilità di lavorare, anche tramite versioni ad hoc e custimizzabili del social network Google Plus. La stessa Microsoft, con SharePoint 2013, si sta muovendo in quella direzione. Il futuro delle telco, infatti non è, solo, nella strenua difesa del backbone, ma sarà sempre più, a mio avviso, ed in modo anche molto più redditizio, per altro:
Non è un caso, infatti, se un brand di successo come Netflix, abbia annunciato la sua entrata ufficiale, nel mercato italiano, nel 2014. Roberto Bernabò Head Education & 2.0 Community Intranet Portals
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Ultimo aggiornamento Giovedì 28 Novembre 2013 18:37 |