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Smart City & Community

Venerdì 08 Novembre 2013 15:15

Alcune note essenziali per seguire il mercato delle smart city o, meglio, smart community, mercato di forte interesse in Italia e per capire quali sono le principali applicazioni.

bullet-arancio Una possibile definizione.
La capacità del territorio di trasformarsi da semplice agglomerato di cose e persone a smart community efficiente e socialmente innovativa, dove ogni investimento in tecnologie e organizzazione è in grado di incidere direttamente sulla qualità della vita dei cittadini.

bullet-arancio Premessa.
Di "smart city" si parla nei bandi europei, nelle agende politiche nazionali, alle riunioni delle pubbliche amministrazioni. Eppure un rapporto realizzato da The European House-Ambrosetti spiega che il 78% degli italiani non ne ha mai sentito parlare. Un altro 14% non ne ricorda il significato.
Cosa sono dunque le smart city? E perché sono importanti per il futuro dell'Italia e dell'Europa?city

bullet-arancio Città intelligente
Una città smart persegue l'efficienza energetica, ha buoni servizi di e-government e comunicazione digitale, è dotata di sistemi di trasporto pubblico e privato innovativi. È un modello di sviluppo urbano che si struttura intorno a criteri tecnologici ed ecologici.

Per favorirne la crescita l'Unione europea ha previsto un investimento tra i 10 e i 12 miliardi di euro da qui al 2020.
La scelta dei progetti più meritevoli riguarderà tre direttrici principali: le reti elettriche, i trasporti e l'efficienza energetica nell'edilizia.

Oltre all'Europa, anche il governo italiano si sta impegnando nello sviluppo delle città del futuro: le smart city potrebbero rientrare nell'atteso decreto Digitalia, mentre il ministro Profumo ha annunciato bandi per un miliardo di euro.

bullet-arancio Una visione smart.
Ma le città intelligenti non sono solo sostenibili, tecnologiche, interconnesse. La tecnologia deve essere concepita al servizio di una visione, non come puro fine. Chi è chiamato a ripensare la città deve individuare la vocazione di quel territorio, soprattutto in Italia e in Europa dove l'identità si fonda su secoli di storia e cultura.

Una città dunque che riformula innanzitutto il proprio scopo e la propria economia intorno al sapere di chi la abita e alle caratteristiche del luogo.

bullet-arancio Il modello umbro.
Per fare un esempio, essere "smart" non significa solo fare come Firenze, in cui è possibile acquistare il biglietto dell'autobus attraverso un sms. E' intelligente un esempio come quello di Perugia, inserita nel ranking di European Smart Cities (un progetto che coinvolge le Università di Vienna, Delft e Lubiana). Il capoluogo umbro ha investito molto in mobilità, costruendo scale mobili e un innovativo sistema di trasporto automatico su rotaia. Sono scelte coraggiose che vogliono dare slancio alla vocazione turistica del centro.

bullet-arancio L'"Uomo" al centro.
Insomma, l'intelligenza delle città non è meramente "artificiale", ma sostanzialmente umana in quanto dipenderebbe da scelte politiche intorno alla predisposizione di un luogo. Lo studio Ambrosetti spiega che se le metropoli intelligenti fossero realtà potrebbero generare fino a 160 miliardi di euro annui sotto forma di recuperi di efficienza in settori come la mobilità, l'edilizia e l'energia. Rendere possibile la loro realizzazione significherebbe dunque risparmiare. Ma anche rilanciare i punti di forza di un territorio, dai centri storici alla forza creativa di chi lo abita.

bullet-arancio Decreto del Governo.
L'art 20 del decreto Sviluppo Italia bis disegna l'architettura tecnica, di governo e di processo per la gestione delle comunità intelligenti e dei servizi e dati da queste prodotte. Le comunita' intelligenti sono partecipative, promuovono l'emersione di esigenze reali dal basso, l'innovazione sociale e prevedono meccanismi di partecipazione, inclusione sociale e efficienza delle risorse - attraverso il riuso e la circolazione delle migliori pratiche.

Un sistema di valutazione e monitoraggio garantisce che le comunità rispettino gli impegni presi attraverso uno statuto periodicamente rivisto, allo scopo di verificare e massimizzare l'impatto del progresso tecnologico sul territorio.

bullet-arancio Alcuni esempi.
La logica della "smart community" di Cisco viene applicata su modelli basati sul decentramento, ovvero sulla interconnessione di uffici principali e uffici locali-decentrati.
Nel seguito alcuni esempi.

  • Sanità, per visite preventive (es. cardiologiche), telepresence e apparati medicali on-line
  • Enti locali, per sportelli virtuali e applicazioni di video remote expert
  • Totem di servizio, con tecnologie digital signage e video chiamate per info specialistiche.

bullet-arancio Smart City Index.
Le città italiane stanno cercando la loro strada verso la Smart City, in un contesto di risorse scarse e assenza di modelli di riferimento concreti.

Le Smart Cities sono un percorso per le città – ed un mercato per le aziende del settore ICT, Digital e Green- da capire e da costruire. Di Smart Cities parla Bruxelles, che ha posto le città al centro della programmazione 2014-2020, ed intende destinare alle Smart Cities diversi miliardi di euro. Ne parla l'Agenda Digitale Italiana, che ne ha fatto uno dei temi-chiave. E ne parlano soprattutto le città, che hanno voglia di realizzare innovazioni concrete per migliorare la vita dei loro cittadini e delle loro imprese. Queste città individuano nella smart city un fattore di crescita e di sviluppo.

I risultati 2013. Nell'edizione 2013 dello Smart City Index prodotto da Between è Bologna la città che risulta più avanti nel percorso per diventare Smart City, questo non perché abbia già tutte le innovazioni, ma perché ha più innovazioni delle altre città. Bologna è seguita da Milano e Roma, e poi Reggio Emilia, Torino e Firenze.

Rilevanti, infine, i risultati emersi dalla correlazione tra lo Smart City Index e la classifica dell'indice della Qualità della Vita del Sole 24 Ore che, analizza il benessere dei cittadini in termini economici e sociali. Il confronto tra i due ranking mostra delle interessanti situazioni: città del "benessere analogico" che, pur mostrando elevati livelli di qualità della vita, risultano più indietro rispetto alle altre nell'introduzione delle innovazioni (es. Trieste, Belluno, Aosta), e città del "riscatto Smart" che, pur posizionandosi nelle parti basse della classifica sulla qualità della vita, mostrano livelli di Smartness superiori alla media (es. Bari, Salerno, Potenza e Lecce).

Smart City
Alcune note essenziali per seguire un mercato di forte interesse in Italia e capire quali sono le principali applicazioni.

Una possibile definizione.
La capacità del territorio di trasformarsi da semplice agglomerato di cose e persone a smart community efficiente e socialmente innovativa, dove ogni investimento in tecnologie e organizzazione è in grado di incidere direttamente sulla qualità della vita dei cittadini.


Premessa.
Di “smart city” si parla nei bandi europei, nelle agende politiche nazionali, alle riunioni delle pubbliche amministrazioni. Eppure un rapporto realizzato da The European House-Ambrosetti spiega che il 78% degli italiani non ne ha mai sentito parlare. Un altro 14% non ne ricorda il significato. Cosa sono dunque le smart city? E perché sono importanti per il futuro dell’Italia e dell’Europa?

Città intelligente
Una città smart persegue l’efficienza energetica, ha buoni servizi di e-government e comunicazione digitale, è dotata di sistemi di trasporto pubblico e privato innovativi. È un modello di sviluppo urbano che si struttura intorno a criteri tecnologici ed ecologici.
Per favorirne la crescita l’Unione europea ha previsto un investimento tra i 10 e i 12 miliardi di euro da qui al 2020. La scelta dei progetti più meritevoli riguarderà tre direttrici principali: le reti elettriche, i trasporti e l’efficienza energetica nell’edilizia.
Oltre all’Europa, anche il governo italiano si sta impegnando nello sviluppo delle città del futuro: le smart city potrebbero rientrare nell’atteso decreto Digitalia, mentre il ministro Profumo ha annunciato bandi per un miliardo di euro.

Una visione smart.
Ma le città intelligenti non sono solo sostenibili, tecnologiche, interconnesse. La tecnologia deve essere concepita al servizio di una visione, non come puro fine. Chi è chiamato a ripensare la città deve individuare la vocazione di quel territorio, soprattutto in Italia e in Europa dove l’identità si fonda su secoli di storia e cultura.
Una città dunque che riformula innanzitutto il proprio scopo e la propria economia intorno al sapere di chi la abita e alle caratteristiche del luogo.

Il modello umbro.
Per fare un esempio, essere “smart” non significa solo fare come Firenze, in cui è possibile acquistare il biglietto dell’autobus attraverso un sms. E’ intelligente un esempio come quello di Perugia, inserita nel ranking di European Smart Cities (un progetto che coinvolge le Università di Vienna, Delft e Lubiana). Il capoluogo umbro ha investito molto in mobilità, costruendo scale mobili e un innovativo sistema di trasporto automatico su rotaia. Sono scelte coraggiose che vogliono dare slancio alla vocazione turistica del centro.

L'“Uomo” al centro.
Insomma, l’intelligenza delle città non è meramente “artificiale”, ma sostanzialmente umana in quanto dipenderebbe da scelte politiche intorno alla predisposizione di un luogo. Lo studio Ambrosetti spiega che se le metropoli intelligenti fossero realtà potrebbero generare fino a 160 miliardi di euro annui sotto forma di recuperi di efficienza in settori come la mobilità, l'edilizia e l'energia. Rendere possibile la loro realizzazione significherebbe dunque risparmiare. Ma anche rilanciare i punti di forza di un territorio, dai centri storici alla forza creativa di chi lo abita.

 

Decreto del Governo.
L’art 20 del decreto Sviluppo Italia bis disegna l’architettura tecnica, di governo e di processo per la gestione delle comunità intelligenti e dei servizi e dati da queste prodotte. Le comunita’ intelligenti sono partecipative, promuovono l’emersione di esigenze reali dal basso, l’innovazione sociale e prevedono meccanismi di partecipazione, inclusione sociale e efficienza delle risorse - attraverso il riuso e la circolazione delle migliori pratiche.
Un sistema di valutazione e monitoraggio garantisce che le comunità rispettino gli impegni presi attraverso uno statuto periodicamente rivisto, allo scopo di verificare e massimizzare l’impatto del progresso tecnologico sul territorio.

 


Alcuni esempi.
La logica della “smart community” di Cisco viene applicata su modelli basati sul decentramento, ovvero sulla interconnessione di uffici principali e uffici locali-decentrati. 
Nel seguito alcuni esempi.
Sanità, per visite preventive (es. cardiologiche), telepresence e apparati medicali on-line
Enti locali, per sportelli virtuali e applicazioni di video remote expert
Totem di servizio, con tecnologie digital signage e video chiamate per info specialistiche.

Smart City Index.
Le città italiane stanno cercando la loro strada verso la Smart City, in un contesto di risorse scarse e assenza di modelli di riferimento concreti.
Le Smart Cities sono un percorso per le città – ed un mercato per le aziende del settore ICT, Digital e Green- da capire e da costruire. Di Smart Cities parla Bruxelles, che ha posto le città al centro della programmazione 2014-2020, ed intende destinare alle Smart Cities diversi miliardi di euro. Ne parla l’Agenda Digitale Italiana, che ne ha fatto uno dei temi-chiave. E ne parlano soprattutto le città, che hanno voglia di realizzare innovazioni concrete per migliorare la vita dei loro cittadini e delle loro imprese. Queste città individuano nella smart city un fattore di crescita e di sviluppo.
I risultati 2013
Nell’edizione 2013 dello Smart City Index prodotto da Between è Bologna la città che risulta più avanti nel percorso per diventare Smart City, questo non perché abbia già tutte le innovazioni, ma perché ha più innovazioni delle altre città. Bologna è seguita da Milano e Roma, e poi Reggio Emilia, Torino e Firenze.
Rilevanti, infine, i risultati emersi dalla correlazione tra lo Smart City Index e la classifica dell’indice della Qualità della Vita del Sole 24 Ore che, analizza il benessere dei cittadini in termini economici e sociali. Il confronto tra i due ranking mostra delle interessanti situazioni: città del “benessere analogico” che, pur mostrando elevati livelli di qualità della vita, risultano più indietro rispetto alle altre nell’introduzione delle innovazioni (es. Trieste, Belluno, Aosta), e città del “riscatto Smart” che, pur posizionandosi nelle parti basse della classifica sulla qualità della vita, mostrano livelli di Smartness superiori alla media (es. Bari, Salerno, Potenza e Lecce).

 

Ultimo aggiornamento Venerdì 08 Novembre 2013 16:55