Il mercato del lavoro alla ricerca della flessibilità. |
Venerdì 28 Settembre 2012 14:11 | |||
Appunti tratti da un webinar condotto dalla Dott.ssa Rossella Fasola del Legal Department di Randstad Italia sulle principali novità introdotte dalla nuova normativa sul lavoro. Gli interventi della riforma sulla flessibilità in entrata comprendono nuovi limiti all'utilizzo di alcuni contratti di lavoro non a tempo indeterminato, con l'obiettivo di salvaguardare la flessibilità richiesta dalle imprese. Per il contratto a tempo determinato l'intervento della riforma è frutto di una mediazione: da un lato è ampliata la possibilità di intervento, dall'altro sono irrigidite le norme sulla successione dei contratti e sulla durata massima del rapporto a termine. La riforma amplia la possibilità di ricorso alla somministrazione e il D.lgs. 24/2012 con recepimento della Direttiva 2008/104 amplia la flessibilità della somministrazione a vantaggio delle aziende. Ci sono incentivi per la flessibilità: per i contrati di lavoro a termine e in somministrazione riduzione del 50% dei contributi a carico del datore di lavoro per 12 mesi. Il lavoro a progetto è stato trattato in forma più restrittiva, ad esempio non può consistere nell'oggetto sociale del committente, deve essere funzionalmente collegato ad un risultato finale, non può più consistere in un "programma" o "fase di esso" e non può comportare lo svolgimento di compiti meramente esecutivi o ripetitivi. Inoltre i costo aumenta, in quanto il compenso minimo garantito non può essere inferiore alle retribuzioni minime previste dalla contrattazione collettiva nazionale. Anche per le prestazioni lavorative rese in regime di lavoro autonomo (partite IVA) ricorre la presunzione di subordinazione, salvo specifici presupposti. Sulla flessibilità in uscita, obiettivo della riforma è stato di aumentarla. Leggere la presentazione – 28 settembre 2012 (ppt)
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Ultimo aggiornamento Venerdì 28 Settembre 2012 14:24 |