Il telelavoro, secondo alcune statistiche é ancora poco sviluppato e riguarda solo dell'8% dei lavoratori nell'UE-27. Pochi paesi sembrano essere più avanzati (Repubblica Ceca, Croazia e Danimarca, più del 15%). L’indice per l’Italia è inferiore al 4%. Ma questo livello di diffusione cresce se si analizzano meglio le modalità di impiego.
Infatti il mondo dei telelavoratori interessa almeno tre categorie:
- "unofficial teleworker"
Il telelavoro in cui l'addetto svolge la sua attività in vari posti (a casa, in albergo, presso gli uffici dei clienti, in manifestazioni); questo gruppo è denominato "lavoratori elettronici nomadi" o "mobile teleworker" e può operare anche in centri specializzati di telelavoro o in "electronic cottages".
- "wage-earner teleworker, stipendiati"
il telelavoro in cui è un'organizzazione, che alla ricerca di adeguata flessibilità, propone al telelavoratore di svolgere una specifica attività da una determinata sede, ad esempio dal proprio domicilio.
- "freelance teleworker, imprenditori"
il telelavoro in cui un'impresa di servizi call center, offrendo i propri servizi sul mercato, decide di remotizzare alcuni operatori che svolgono attività specializzata e indipendente (freelance) e questi possono operare dal luogo più opportuno.
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