Lo smart working è una risorsa per il management? Serve davvero ai lavoratori e alle lavoratrici? Che impatto ha sulle relazioni, in azienda e in famiglia? Iperconnettività, dematerializzazione del luogo di lavoro, flessibilità: siamo di fronte a punti deboli o a un valore aggiunto dello smart working? Queste sono alcune delle domande poste ai protagonisti della tavola rotonda "Lavoro e lavoratori/trici “smart”. Ricerca accademica ed evidenze aziendali che si è svolta il 19 febbraio 2019 presso l’Università degli Studi di Milano e organizzata dalla Fondazione Marco Vigorelli.
L’occasione per riflettere e confrontarsi sulle nuove modalità organizzative del lavoro, le implicazioni positive o negative, le opportunità o le criticità che lo smart working comporta è offerta dalla pubblicazione del quaderno Lavoro e lavoratori/trici “smart” (a cura di Franca Maino) che sarà presentato durante l’evento. Il volume è il secondo dei “Quaderni FMV Corporate Family Responsibility” della Fondazione Marco Vigorelli, la collana di pubblicazioni monotematiche che approfondiscono i diversi ambiti della corporate family responsibility, raccogliendo il know-how di FMV e le riflessioni dei principali esperti di settore. Sulla scia del piano editoriale della pubblicazione, con un approccio multidisciplinare, la tavola rotonda, coordinata da Isabella Crespi, direttrice della collana, ha visto la partecipazione di docenti universitari, uomini d’azienda e consulenti, tra cui: Vittorio Coda, Ilaria Madama, Franca Maino, Adele Mapelli, Cinzia Laura Salvetti, Luca Solari, Arianna Visentini. Durante l’evento è stata premiata Elisabetta Fermo, vincitrice della V edizione del Premio Marco Vigorelli.
Qualche nota.
- Nel lavoro rompere il rapporto spazio e tempo significa liberare il meglio di quanto le persone sentono di poter esprimere.
- Serve creare le condizioni per stipulare un patto di fiducia tra capo e collaboratori.
- Lavorare nel bello. Lo smartworking costringe le aziende a rivedere i layout degli spazi di lavoro: può essere una buona occasione per avere nuovi ambienti, non solo funzionali ma anche più belli.
- Gli effetti del lavoro agile sono molteplici e alcuni non ancora ben misurati, si va dai risparmi immobiliari ai vantaggi collegati alle migliori relazioni tra le persone.
- Disuguaglianze. Occorre ripensare all’impresa, ridisegnando le organizzazioni, facendo emergere il lavoro collaborativo ed evitano che il fatto di essere sempre connessioni produca effetti negativi sulla persona.
- Alcune statistiche sullo smartworking.
Riduzione dei trasferimenti casa-ufficio. Il numero di Km percorsi giornalmente dagli smartworker va dai 35 km nelle piccole città a 70 km in quelle più grandi, che corrisponde da 55 a 100 minuti risparmiati al giorno per i viaggi. Inoltre, essi risparmiano in media 25 euro al giorno per viaggi e altre spese connesse. Lo smartworking viene utilizzato da 3,3 a 3,6 giorni al mese e per l’80% delle giornate concesse dall’azienda.
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Locandina convegno
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