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Mercato Unico Digitale in Europa

Venerdì 28 Luglio 2017 16:32

Riceviamo dalla Parlamentare Europea Alessia Mosca un utile documento, da cui abbiamo estratto lo "Stato dell'arte" di uno dei temi da lei maggiormente seguiti: “l'implementazione della strategia sul Mercato Unico Digitale”; cosa è stato fatto, a che punto siamo, cosa resta ancora da fare, documento che volentieri pubblichiamo.

Nel 2015 la Commissione Europea ha lanciato la strategia per il Mercato Unico Digitale (Digital Single Market, DSM), con l’obiettivo di abbattere le numerose barriere che ancora limitano il commercio digitale tra gli Stati membri dell’Unione Europea.
E’, infatti, un dato di fatto che il mercato digitale europeo sia ancora ben lontano dal raggiungere i buoni livelli di integrazione completati, invece, dal mercato analogico (vale a dire quello tradizionale, precedente alla rivoluzione digitale).

Quest’anno la Commissione ha pubblicato la prima valutazione dei risultati raggiunti da questa strategia, traendone un primo bilancio che forse pecca di eccessivo ottimismo sui risultati raggiunti, ma che evidenzia bene quali sono le sfide da affrontare nei prossimi anni.

Il primo obiettivo era approvare nel più breve tempo possibile alcune misure che avessero un impatto diretto sull’esperienza digitale degli utenti europei e possiamo dire che questo è stato fatto, soprattutto attraverso tre interventi:
l’abolizione dei costi di roaming, a partire dallo scorso giugno,
la portabilità transfrontaliera dei servizi di contenuti online (vale a dire il fatto di poter usare anche all’estero servizi come SkyGo) a partire da inizio 2018,
• l’approvazione (a breve) di una norma contro il geo-blocking ingiustificato, vale a dire il blocco di contenuti online su base geografica, disponibili quindi in alcuni Paesi e non in altri (questo anche per impedire i casi ingiustificati in cui i rivenditori online abbiano cataloghi di beni e servizi diversi da Paese a Paese, sia per quanto riguarda la varietà dell’offerta sia per quanto riguarda i prezzi).

Queste misure però, per quanto utili, sono poca cosa rispetto a quanto sarebbe necessario fare per accompagnare la società europea nella transizione verso un’economia dei dati.
I progetti più ambiziosi, infatti, sono ancora sul tavolo; in particolare nella commissione Industria, Ricerca ed Energia (ITRE), di cui sono membro sostituto, si sta lavorando su diversi file importanti.

Per quanto riguarda le infrastrutture digitali, si sta discutendo una revisione del Codice europeo in materia di comunicazioni elettroniche e una riorganizzazione della struttura dell’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (più conosciuto con l’acronimo inglese, BEREC).
Il punto principale di questi file è creare un quadro comune per portare connessioni internet di buona qualità (per rete fissa e mobile) in tutta Europa, anche nelle zone più remote. Le
questioni più dibattute sono la durata delle licenze d’uso per lo spettro radio attraverso cui passa il segnale mobile (anche in vista del passaggio alla rete 5G di prossima generazione) e quali tecnologie usare per portare la rete fissa: obbligare all’uso di costose tecnologie d’avanguardia, come la fibra ottica, rischia di lasciare scoperte le zone periferiche, nelle quali sarebbe molto difficili trovare grandi somme da investire, ma, dall’altra parte, una mancata indicazione sulla tecnologia da usare rischia che vengano spesi soldi per infrastrutture che diventeranno obsolete nel giro di poco tempo;

Un altro file molto dibattuto è la riforma delle norme sul diritto d’autore (copyright), per adattarle al nuovo contesto digitale. I punti più caldi sono le due proposte della Commissione di creare una norma specifica sul diritto d’autore per gli editori di giornali (che impedirebbe a piattaforme come Google news ma anche alle piccole start-up digitali di utilizzare gli articoli senza avere un contratto di licenza con gli editori) e di istituire un obbligo per le piattaforme digitale di adottare meccanismi obbligatori di filtro per impedire agli utenti di caricare materiale coperto da diritto d’autore.
Altro punto dibattuto è quanto debbano essere estese le eccezioni al diritto d’autore per ragioni di istruzione, ricerca e conservazione del patrimonio culturale;

Sul lato della Privacy, il Parlamento ha approvato il 14 aprile 2016 il regolamento generale sulla protezione dei dati (General Data Protection Regulation, GDPR), che entrerà in vigore il 25 maggio 2018. Per la stessa data si sta tentando di far entrare in vigore anche il nuovo regolamento sull’ePrivacy, che ha come obiettivo far sì che le regole di privacy che valgono per le telecomunicazioni tradizionali (chiamate telefoniche e sms) valgano anche per servizi analoghi ma forniti per via digitali (ad esempio chiamate tramite Skype, Viber o Whatsapp e messaggi tramite Whatsapp o Facebook Messanger); oggi infatti i due servizi, benché assimilabili, sono regolati in modo diverso solo perché forniti attraverso strumenti diversi.

parlamento
Altre commissioni parlamentari stanno poi discutendo altri dossier, su cui nel 2018 speriamo di votare in plenaria:

Simile alla discussione sul copyright è il dibattito sulla revisione delle norme relative alla fornitura di servizi di media audiovisivi in relazione all’evoluzione del mercato digitale.
Il file è arrivato al trilogo, vale a dire la fase finale di discussione congiunta tra le tre istituzioni UE partecipanti al processo legislativo, Commissione, Parlamento e Consiglio. Un aggiornamento delle norme è necessario perché una volta i servizi audiovisivi erano trasmessi principalmente per via televisiva, mentre oggi principalmente in streaming su internet;

Per facilitare il commercio digitale, il Parlamento sta lavorando a una raccomandazione alla Commissione per avviare una vera e propria strategia per il commercio digitale e allo stesso tempo sta discutendo un file sui contratti di fornitura di contenuto digitale, in modo da avere contratti online uniformi in tutta Europa, diminuendo i rischi di incomprensione o di truffa;

Per intervenire sul fronte della sicurezza informatica (cybersecurity), il Parlamento sta preparando una raccomandazione per la Commissione europea in cui chiede maggiori misure nella lotta alla criminalità informatica;

Sul versante dell’amministrazione digitale (eGovernment) sono, invece, in discussione l’istituzione di uno sportello unico digitale in materia di informazioni, procedure, assistenza e risoluzione dei
problemi e un regolamento che introduce una carta elettronica europea dei servizi e le relative strutture amministrative.

Alessia Mosca, MEP
www.alessiamosca.it | email@alessiamosca.it

Ultimo aggiornamento Venerdì 28 Luglio 2017 16:59