Dopo due anni di test, in ottobre attendiamo la presentazione di Facebook at Work, piattaforma pensata per la collaborazione aziendale. Sarà un social network alternativo a Yammer e Slack, con servizi sostituitivi delle vecchie e-mail e con possibilità di integrare le app del mondo mobile.
Secondo le prime informazioni, le aziende pagheranno in base al numero di addetti che useranno la piattaforma. Il modello probabilmente sarà freemium, ovvero alcune funzionalità - limitate e per piccole aziende - saranno ad acceso libero, ma tutte le altre saranno a pagamento con un abbonamento mensile.
La versione beta risulta sia stata sperimentata in circa 400 grandi realtà aziendali, tra cui Royal Bank of Scotland, Century 21 ed Heineken.
Gli utenti professionali potranno aprire nuovi profili o nuovi login, ma potranno anche utilizzare quelli di cui già dispongono con il social tradizionale.
Rispetto al mercato concorrente (Microsoft), Facebook at Work non potrà fermarsi alle tipiche funzionalità di social collaboration, ma dovrà presto proporre altri servizi di scrittura, calcolo, video, grafica e presentazioni per gruppi di lavoro.
L’entrata dei grandi vendor in quest’area di mercato denominata del Lavoro Agile o dello Smart Working - da cui molti si attendo grandi cambiamenti nelle organizzazioni e nel lavoro - potrà servire per garantire una reale crescita. Basti pensare all’attenzione posta sulle iniziative per normare il “diritto alla disconnessione”, quando spesso il vero problema resta quello culturale: è la "vita ad essere connessa" oppure è "il lavoratore ad essere connesso"? Una soluzione professionale che si affianchi ad un social consumer può contribuire a creare una chiara distinzione nell'utilizzo. A vantaggio dell'accettazione della social collaboration da parte di chi decide nelle imprese.
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