E’ stato pubblicato il Global Talent Competitiveness Index (GTCI), una classificazione internazionale, giunta alla sua terza edizione, che verte su “Capacità di attirare i talenti e mobilità internazionale” e descrive il ruolo della mobilità globale per lo sviluppo e la crescita dell’economia.
Lo studio di questa edizione è stato realizzata da Adecco Group con INSEAD e Human Capital Leadership Institute (HCLI) ed esamina le capacità di sviluppare, attirare e fidelizzare i talenti da parte dei Paesi coinvolti.
L'Italia occupa il 41esimo posto nel ranking che comprende 109 Paesi. Da un lato, il nostro Paese vanta buoni standard dal punto di vista della capacità di sviluppare e formare talenti e le loro competenze professionali, dall'altro però non risulta sugli stessi livelli per quanto riguarda la capacità di attrarre nuovi talenti e professionisti.
Il mondo del lavoro ha subito profondi cambiamenti. Fattori economici, tecnologici, demografici, sociologici e normativi sono sì veicoli di opportunità, ma sono anche generatori di sfide non trascurabili. Oggi, nel mondo 200milioni di persone sono disoccupate e si prevede che l’automazione sempre più spinta metterà a rischio un posto di lavoro su 2 e accelererà la richiesta di nuovi profili professionali e di nuove competenze. Contemporaneamente, il numero dei soggetti in età lavorativa diminuirà. Le principali economie si troveranno ad affrontare una grave carenza di manodopera.
La soluzione migliore consiste nell’investire nello sviluppo dei talenti. Dove le aziende troveranno i necessari? Questo studio verte sulla mobilità dei talenti, sul valore della mobilità per lo sviluppo dei talenti e sulle condizioni che rendono attrattivi Paesi ed aziende agli occhi di questi talenti.
I paesi che vantano una reputazione d’eccellenza dimostrano che la mobilità promuove l’innovazione, le reti e l’imprenditorialità, e che la circolazione dei cervelli avvantaggia sia i paesi di origine sia quelli di destinazione. La migrazione dei talenti qualificati è condizionata da: lingua, retribuzione, stili di vita, poli del sapere e istituti di istruzione superiore. Ma anche la gestione della qualità è indispensabile: infatti il talento segue le opportunità concesse in base al merito, soprattutto dove gli investimenti nello sviluppo e nella formazione hanno carattere prioritario.
Oggi, l’iperconnettività ridimensiona il ruolo di spazio e tempo, ovvero i talenti possono lavorare in quasi ogni parte del mondo. Inoltre, i lavori stessi si spostano dove ci sono più talenti, attirati dai nuovi poli emergenti.
Promuovere la mobilità dei talenti è ormai una priorità di Stati e aziende. Per essere più attrattivi gli Stati devono investire nell’istruzione e nello sviluppo di poli di conoscenza e semplificare le normative. Le aziende devono migliorare le prassi di gestione, creare una cultura della mobilità e della diversità e assumere personale attingendo da gruppo di talenti internazionali. Il lavoro e il mondo sono in continua evoluzione.
Corruzione e digitalizzazione dei Paesi. I dati della Corte dei Conti sotto riportati sembrano evidenziare una interessante relazione tra le due cose. Ovvero tanto digitale significa poca corruzione... i dati digitali difficilmente si fanno corrompere?
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