UCC e applicazioni, da mobile a cloud |
Giovedì 15 Gennaio 2015 18:47 | |||
Le tecnologie UCC sembrano essere la soluzione più adatta affinché i dipendenti di un'azienda sfruttino le potenzialità della rete per lavorare insieme su vari progetti. Allora, per quale motivo sono meno di un quarto le organizzazioni che riescono ad utilizzare bene VoIP, IM, conference e altri servizi UCC e ad ottenere un aumento della produttività dei lavoratori? Sembra che ci sia uno scollamento tra le applicazioni di UCC e come dipendenti svolgono il loro normale lavoro. Questi seguono il processo definito dalle applicazioni che utilizzano quotidianamente e si trincerano dietro il rispetto di questo processo, ritenendo che lasciare quell'ambiente pesi come un'interruzione del loro lavoro. Qui sta la debolezza di UCC. I dipendenti, per evitare l'utilizzo di applicazioni separate, raramente usano i servizi UCC, nonostante i potenziali benefici che ne deriverebbero. Per ampliare questo impiego serve qualcosa in più rispetto alla semplice installazione sui desktop o sui dispositivi mobili e a coltivare la speranza che i dipendenti impieghino correttamente le nuove soluzioni. UCC deve diventare una funzione all'interno del software che i lavoratori stanno utilizzando e servono piattaforme di sviluppo per l'integrazione di funzionalità UCC, come, ad esempio, nel caso della gestione dei clienti. Se si impiega un'applicazione CRM e una soluzione tradizionale UCC, bisognerebbe lasciare la prima per aprire la seconda, onde verificare lo stato di presenza di un cliente da contattare o magari andare in un sistema di posta elettronica e trovare il contatto per spedire un messaggio. Se la persona fosse disponibile, si vorrebbe inviarle un invito ad una riunione in video o in web meeting e avviare la finestra di dialogo. Consapevoli anche che, se occorre raggiungere un'altra persona, si deve ripetere lo stesso tipo di processo. Ma cosa succede se tutte le funzioni di UCC possono essere lanciate dall'interno della stessa applicazione CRM? L'operatore potrebbe verificare la presenza, programmare gli orari delle chiamate, avviare una chat o un video con un solo clic. Inoltre l'aggiunta di altre persone alla sessione può essere eseguita dall'interno della stessa applicazione. Queste considerazioni tengono conto del fatto che soprattutto UCC in mobilità deve garantire queste capacità per avere successo, e quasi tutte le applicazioni si stanno indirizzando verso piattaforme mobili. Se il passaggio tra le diverse applicazioni e le finestre su un PC rappresenta una seccatura, fare questo su un cellulare può voler dire che gli utenti semplicemente non lo faranno. Ecco perché spesso diciamo "mi prenderò cura di questo quando sarò tornato in ufficio". L'offerta di UCC ha considerato seriamente questi problemi e ha creato nuove piattaforme di sviluppo. Ad esempio, Cisco ha rinnovato il suo programma DevNet. I dispositivi mobili stanno giocando un ruolo sempre più importante in azienda. E' impressionante come per i dispositivi mobili si stanno muovendo da una logica del tipo "è bello averli" ad una del tipo "si devono avere", con il tablet che per molti sta diventando un dispositivo primario per il lavoro. Per quanto riguarda UCC in cloud, la fase di ibrido consente un vero mix and match di servizi cloud-based e on-premise, che lavorano insieme per soddisfare le esigenze di comunicazione. Nel caso di un'architettura ibrida, l'organizzazione può centralizzare o decentrare applicazioni UCC dove hanno più senso. Ad esempio, ove l'uso di voice mail o di servizi di messaggistica unificata rimangono attivi per gli utenti interni, con tradizionali implementazioni on-premise, ogni sistema avrebbe bisogno di un server, mentre nel caso di un'architettura ibrida, un servizio di segreteria centrale, distribuito sia in un centro dati aziendali o in outsourcing a un fornitore di servizi, sostituisce una miriade di singoli server sparsi in tutta l'azienda.
Testo tratto dal rapporto "The Rise of UC Applications".
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Ultimo aggiornamento Giovedì 15 Gennaio 2015 19:32 |